La Sultan Qaboos Grand Mosque, è la più grande moschea del Sultanato dell’Oman. E’ un gioiello di architettura moderna islamica con le sue linee eleganti e di classe come del resto lo era il precedente sultano, sua Maestà Qaboos bin Said, colui che ha regalato al suo popolo questa maestosa moschea per i 30 anni di regno.


Nel 2015, la Sultan Qaboos Grand Mosque, è comparsa nella lista del “Telegraph”, la famosa rivista inglese, tra le 25 più belle moschee al mondo.
Personalmente rimane la mia moschea del cuore e il legame che mi lega ad essa è profondo e insostituibile, uguale a quello che provo per l’Oman. E’ stata la prima tappa della mia visita a Muscat e un luogo che mi illumina ogni volta che ci torno.
Visitare la Grande Moschea Sultan Qaboos di Muscat?

Indice articolo
Info Pratiche
Le istruzioni per la costruzione della Sultan Qaboos Grand Mosque vennero inserite nel testamento culturale del Sultano nel 1992.
La Moschea non è solo una grande sala di preghiera ma è anche il centro di propagazione della cultura islamica, della letteratura e della civilizzazione.
Nel 1993, il Consiglio di Stato, ha indetto un concorso per attribuire l’appalto dei lavori che poi vennero vinti dallo studio di architettura Mohammed Saleh Makiya & Quad Design.La costruzione iniziò così nel 1995 e venne completata e inaugurata il 4 maggio 2001.
Situata nel quartiere di Ghubrah, è facilmente accessibile da qualsiasi zona di Muscat, trovandosi sull’arteria principale che attraversa la città da una a parte all’altra. Quindi a ’15 minuti dall’aeroporto e a ’25 minuti da Muttrah, il centro storico.
I numerosi parcheggi, si trovano sul lato meridionale e orientale della moschea. L’ingresso è consentito anche ai non musulmani tutti i giorni, dalle 8 alle 11 tranne il venerdì.

E’ richiesto un abbigliamento decoroso che consiste nel coprire gambe e braccia, caviglie e polsi compresi e per le donne anche i capelli.
All’ingresso è possibile noleggiare un’abaya e un hijab, al costo di 2.5 OMR oppure acquistarne all’adiacente Gift Shop ma a Muscat ci sono tanti altri negozi dove ne vendono di bellissime.
Nelle sale di preghiera occorre togliersi le scarpe, quindi potete lasciarle negli appositi spazi all’esterno, organizzati in piccole cassettine numerate aperte, a muro.

E’ consentito fare foto e video ovunque, quindi prendetevi il vostro tempo. La moschea richiede almeno due orette di visita per essere studiata e fotografata, tante sono le ombre, i colori, le forme e le geometrie che si trovano.
L’architettura esterna
Il sito in cui sorge la Moschea, copre 416.000 metri quadrati e il primo approccio, ovvero l’ingresso principale, è dal lato sud.
Questo è l’ingresso architettonico più importante perché si trova esattamente in linea assiale con il minareto più alto di fronte, di 91,5 metri.

Gli altri, agli angoli del perimetro, sono più bassi, misurano infatti 45 metri.
I minareti sono 5 per richiamare i 5 pilastri dell’Islam ovvero professione della fede, le 5 preghiere giornaliere, fare la carità, pellegrinaggio alla Mecca e digiuno.
Il minareto principale, è anche la più alta architettura di tutta Muscat oltre a questo infatti non si può costruire, lo dice un decreto reale. (per altre curiosità edilizie sull’Oman, potete leggere il mio articolo qui)
Tre archi eleganti introducono la visita a questa meraviglia. La sala principale, a pianta quadrata, è sormontata da una cupola traforata dorata che si innalza fino a 50 metri e, collegata ad essa tramite un cortile, la sala della preghiera femminile verso l’ingresso orientale del complesso religioso.

La capienza è di 6600 fedeli più 750, ma se venissero riempiti anche gli spazi non coperti, si arriverebbe a 20.000 fedeli.
La pietra color cipria, è arrivata dall’India e poi è stata lavorata a Muscat.

Ai lati delle sale delle preghiere, oltre lo spazio aperto, quindi sul lato sud e nord, corrono due gallerie (arwiqas) ciascuna di 221 metri e abbellite da meravigliose nicchie decorate da diversi stili artistici provenienti dal mondo islamico ed è nella galleria sud che troviamo anche due sale per le abluzioni, il rituale lavaggio di varie parti del corpo.


Il lato occidentale della grande sala presenta esternamente la sagoma del Mihrāb, che deve guardare verso la Mecca e da due vestiboli, uno di questi è l’ingresso del Sultano, l’altro dell’Imam.
Sempre il perimetro esterno, è articolato in altre nicchie cieche, sopra le quali corrono scritture in stile calligrafico “Thuluth” rappresentanti versi del corano.
L’interno della Grande Sala
Come ho già ricordato, bisogna togliersi le scarpe prima di entrare e quindi di varcare il maestoso portone di legno. Per prima cosa, salterà all’occhio l’enorme lampadario che scende dalla cupola centrale, davanti al Mirhāb, di 14 metri di altezza per 8 di diametro, realizzato in Swarovsky e composto di ben 1122 lampadine. Fino a che il Qatar non gli rubasse il primato, questo era il più grande lampadario al mondo.



Del resto, il marmo di Carrara che si alterna a quello grigio creano un effetto armonico ed elegante senza precedenti. Le pareti della sala sono rivestite interamente da arabeschi floreali; le 4 colonne principali, sorreggono la cupola e nella parete di fondo, ai lati del Mirhāb, ci sono dei pannelli impreziositi da ceramiche smaltate.
Il marmo viene costantemente lucidato dagli addetti.
Nelle colonne centrali ma anche in altri lati, si trovano altre piccole nicchie che custodiscono diverse copie del Corano e ancora, a fianco del Mirhāb, il pulpito dove l’imam predica, finemente lavorato.
Un altro colpo d’occhio, è dato dal tappeto persiano a terra. Anche questo era il più grande del mondo fino a quando i vicini emiratini di Abu Dhabi, non gli hanno fregato il titolo nella Moschea Sheikh Zayed.
Il tappeto pesa ben 21 tonnellate e unisce diversi stili tradizionali persiani ed è composto da 28 colori diversi di origine naturale. Misura 70×60 metri ed è composto da 1700 milioni di nodi, tutto interamente realizzato a mano da 600 donne. Il tappeto è stato tessuto in Iran, nella provincia del Khurasan, diviso in 58 pezzi e assemblato sul posto.

Al di là dei numeri, che sono dati che si possono leggere ovunque, quello che colpisce del tappeto è sicuramente un particolare.
Il disegno centrale è ispirato alla cupola interna della Moschea di Shaykh Luftallah a Isfahan in Iran, non solo nei motivi ma anche nelle sfumature.
Il medaglione, è stato volutamente sbiadito attorno, come per riflettere l’ombra dall’alto della cupola stessa, se ci fosse.
La Sala Femminile
La Sala della preghiera femminile, è molto più piccola e modesta della precedente, ma non perché le donne abbiano meno valore in Oman, quanto per il fatto che queste, culturalmente non frequentano le moschee, ma pregano in casa.
Il soffitto è interamente rivestito di legno, adornato con motivi geometrici e floreali e da questo scendono ben 9 lampadari fatti in cristallo turco.



Arwiqas o gallerie perimetrali
Queste sono le parti architettoniche che preferisco, ricche di colore e fascino orientale. Sicuramente la zona più instagrammabile di tutta la moschea.
Le gallerie nord e sud quindi, dividono lo spazio tra le aree di preghiera vere e proprie e l’esterno e sono decorate con tante nicchie interne suddivise per stili.
Queste rappresentano la cultura araba tradizionale e quindi le forme e le tecniche usate nei vari periodi nel mondo islamico, dalla Spagna all’Asia Centrale.



La galleria sud comprende gli stili Hijaz, Indiano Moghul, Timuride dell’Asia Centrale e Persiana safavide.
Mentre nella galleria nord, si possono trovare nicchie in stile Ottomano, Mamelucco, dell’Antico Egitto, Mesopotamico e Bizantino.

La biblioteca
All’ingresso sud, una volta varcato il cancello, a destra si trova la biblioteca, considerata una dei punti di riferimento culturali del rinascimento contemporaneo dell’Oman.
Essa mira a diffondere la cultura araba agli utenti. Contiene più di 20.000 volumi nel campo delle scienze umane in generale. Presenti diverse postazioni internet e sale studio.

L’inaugurazione di questa, coincide con quella della moschea, il 4 maggio 2001.
Dopo la morte del Sultan Qaboos, nel gennaio del 2020, è stata riportata e custodita qui, sotto teca, una parte delle iscrizioni dorate che ricoprivano la Kaaba alla Mecca sulla Kiswa, il telone nero. Questa, con le iscrizioni di versetti coranici, era stata regalata dal Sultano all’Arabia.
Infine, un istituto di scienze islamiche è posto più a sud, oltre il parcheggio.



I giardini
L’interno complesso è circondato da alberi, palmeti e fiori che in primavera accendono tutto di colore. I fiori di frangipane inebriano l’aria e una schiera di 8000 giardinieri si adoperano per mantenere quest’area verdissima e sempre curata.

Ulteriori info
Buona visita!!
4 Comments
Beatrice
19 Marzo 2022 at 13:55che mervaiglia! l’Oman è un viaggio che sogno da tempo, quali sono le regole per andare in epoca Covid?
Nicoletta
19 Marzo 2022 at 17:20Ciao Beatrice! Ti ringrazio per essere passata di qua…al momento l’Oman richiede il completamento del ciclo vaccinale, quindi almeno due dosi; del resto hanno tolto l’obbligo di tampone in ingresso e la registrazione preventiva del viaggio presso il sito ufficiale della sanità omanita, che serviva come tracciamento appunto. Bisogna sempre stipulare l’assicurazione però, che includa la copertura delle spese per Covid – 19.
Ovviamente anche la quarantena è stata tolta.
Ti spetto?:D
Pietro Deleonardis
15 Novembre 2022 at 22:37Ciao, come è possibile trovare una guida per visitare le moschee?
Nicoletta
17 Novembre 2022 at 6:09Ciao Pietro, sì puoi trovare guide in moschea, che dietro pagamento del servizio fanno il tour, purtroppo in alta stagione non sempre le trovi disponibili o comunque devi attendere un pò e conta che la moschea è aperta solo dalle 8 alle 11. In alternativa trovi anche audioguide a 5 OMR a persona. Terza opzione, al bookshop hanno un libricino veramente esaustivo che spiega la moschea in ogni sua parte.