Muscat, è la capitale del sultanato e come tutte le altre città della Penisola Arabica, non ha un centro vero e proprio.
E’ un insieme di quartieri incastrati come un puzzle, ma c’è comunque un itinerario bellissimo da sviluppare a piedi.
Si tratta di una passeggiata lungo la costa, dalla Old Muscat al Suq di Mutrah o viceversa, con tappe, visite e soste fotografiche.

Questo itinerario, passa attraverso i porti più antichi del paese. Dunque si passeggia in quella che è chiamata Corniche stretta tra montagne e costa fino ad arrivare alla piccola e antica Muscat.
Volendo, si potrebbe fare anche al contrario, partendo dal museo nazionale fino ad arrivare al mercato del pesce, ma quest’ultimo, visitato di pomeriggio, non sarebbe la stessa cosa.

Quindi, si inizia di prima mattina dal Fish and Vegetable Market, per assistere all’arrivo del pesce al mercato fino alla contrattazione con l’esposizione sui banchi.
Usciti, ci si immerge nel fantastico Suq di Mutrah pieno di tante cose belle e botteghe dove frugarci dentro.

Guardando in alto, una volta fuori, si cammina verso il Mutrah fort, costruito dai portoghesi intorno al 1580. Se terminata la visita si fiancheggia la collina da dietro, si arriva alla rotonda dove si trova il primo piccolo museo da visitare: Place and People Museum.
Proseguendo, con il mare e il porto sulla sinistra, cominciano le prime zone verdi a destra e in lontananza vedrete l’incensiere bianco, monumento simbolo dell’Oman al Riyam Park.

Qui avrete due scelte, continuare a costeggiare il mare o prendere la strada in salita che vi porterà ad uno scorcio panoramico dove osservare la Old Muscat dall’alto.
Se cercate altri spot fotografici su Muscat, leggete il mio articolo qui
Qualsiasi cosa sceglierete, vi troverete nei pressi del Muscat Gate, che è uno degli ingressi trionfali alla città vecchia, dove si trova un altro piccolo museo visitabile con delle bellissime foto d’epoca.
Siete giunti così al più vecchio agglomerato della città, dove nacque Muscat appunto. In quest’area ci sono diversi musei che sono difficili da visitare tutti in un giorno.
Si procede verso l’Al Alam Royal Palace, passando attraverso il Mathaib Gate, in questo modo potrete vedere il vecchio porto con i due forti ai lati di questi. Si costeggia il palazzo, curiosando attraverso i suoi giardini fino a trovarsi davanti, nell’area pedonale presidiata dalle guardie.

La lunga passeggiata di fronte al cancello di questo, porta al National Museum, uno scrigno di tesori con un percorso diviso in sezioni, attraverso manufatti e reperti archeologici.
Io vi consiglio di spendere le ultime due ore di tempo qui ma anche il Bait Al Zubair merita. Ha una sezione molto approfondita sul vestiario maschile e femminile, oltre alla numismatica al primo piano.
Ma vediamo nello specifico le varie tappe, con alcuni suggerimenti su questo Itinerario lungo la costa di una Muscat a piedi.
Indice articolo
Fish and vegetable market
Un tripudio di odori, colori, sapori, nel mercato più vivo di tutta Muscat. Se arrivate molto presto, potrete vedere i pescatori che arrivano dal mare con il loro carico. I banchi, più di un centinaio, traboccano di pesce fresco che viene pesato, pulito e infine venduto.

Da qualche anno, questa “rappresentazione teatrale”, viene messa in onda nel nuovo edificio che sorge proprio sul sito della vecchia sede di questo mercato, costruito nel 1960.
4000 mq che uniscono il vecchio e il nuovo, quindi in continuità con le tradizioni. Il concetto architettonico è ispirato alla luce e alle ombre e al movimento di queste, attraverso il doppio muro radiale che definisce la spina dorsale del mercato, progettato da Snøhetta, uno studio di architettura internazionale norvegese che si concentra sull’etica e sulla sostenibilità, mantenendo il tutto in completa armonia con l’ambiente circostante.
Il Mutrah Fish Market è stato inaugurato nel 2018.
All’interno di questo però si trova anche una piccola sezione sulla frutta e la verdura, per fare foto colorate e instagrammabili.


Mutrah Suq
Quasi di fronte al mercato del pesce, si trova il tempio degli acquisti di Muscat. Uscendo da qui, consiglio di scattare qualche foto, che immortali tutta la Corniche e quindi il porto.
Camminando su questo tratto, si possono vedere le architetture delle vecchie case coloniali. Il fascino di queste abitazioni, edificate per i ricchi mercati che si tenevano nel ‘700, durante l’epoca di dominazione portoghese appunto, risiede nei vecchi balconi di legno di queste.
Qua e là qualche sprazzo di colore dato dalle finestre e dagli infissi. Dietro a queste, Liwatiyah, il quartiere fondato nel XVI da artigiani sciiti, un gruppo etnico appartenenti alla corrente dell’Islam degli Ismailiti. Una zona blindatissima che non permette l’ingresso neanche agli omaniti stessi di corrente diversa.



Comunque, anche da fuori, potete vedere la moschea più fotografata di tutta Muscat, Masjid Al Rasool al A’dham, con il suo minareto e la cupola rivestite in maioliche blu, turchese e oro, frequentata appunto solamente dalla minoranza sciita.
Così, tra un vicolo e l’altro, si giunge alla prossima tappa di questo itinerario a Muscat, lungo la costa:il Suq.
Il più vecchio del paese, nonostante sia stato rimodernizzato, rimane una visita immancabile. Con le miriadi di botteghe stracolme di roba e anche brutti souvenir, ma basta addentrarsi tra i rami minori per trovare anche qualcosa di più autentico.
Io, che sono un’appassionata di “antico”, vi consiglio di entrare in quelle che sono vere istituzioni nel Suq di Mutrah. I retrobottega di queste poi, vi regaleranno attimi di entusiasmo.
C’è tanta gente locale che frequenta questo Suq, ecco perché rimane imperdibile, nonostante in alcuni tratti vi sembrerà di camminare anche tra tante cianfrusaglie esposte solo ad uso e consumo turistico.


Dietro al Suq, una maglia di stradine con negozi davvero caratteristici. Una passeggiata è d’obbligo, se non altro per arrivare ad un’altra moschea sciita di questa zona, ma unica nel suo genere perché richiama un’architettura hindu, Talib bin Mohammed Mosque di verde vestita.
Da qui potete raggiungere la terza tappa del nostro itinerario: il Mutrah Fort
Mutrah Fort
Edificato dai portoghesi nel XVI secolo, questo forte domina l’estremità orientale del porto. Come vedrete dai cannoni originali ancora esposti, venne costruito per scopi militari. Infatti all’epoca, occorreva difendersi dalle incursioni degli ottomani.
Comunque, non ci sono sale arredate da visitare, ma vale la pena salire i gradini che costeggiano lo sperone roccioso per la vista. Da qui Mutrah ha l’aspetto di una distesa pastello di case tutte più o meno simili, si apprezza così la bellezza della Corniche in tutta la sua lunghezza e via lo sguardo sugli Yacht del Sultano che fanno sempre base al porto. Da poco è stato aperto un piccolo café sulla cima e di venerdì si anima di gente e vengono allestite anche bancarelle artigianali.


Una volta scesi, si costeggia lo sperone roccioso da dietro e si arriva al primo piccolo museo secondo me carino da visitare, il Ghalyas Museum Of Modern Art che ora ha cambiato nome e si chiama People and Place Museum ma poco è cambiato all’interno.
People and Place Museum
Aperto nel 2011 all’interno di una Old House, la collezione comprende una serie di oggetti, mobilio e vestiario d’epoca che riflette i costumi e le usanze omanite tra il 1950 e il 1975. Infatti si tratta prevalentemente di cimeli appartenuti ad una famiglia.
Il percorso è coinvolgente perché attraversa le diverse stanze ricostruite ed è proprio come entrare in una casa dove il tempo si è fermato.
All’interno si trova una sezione di arte moderna, con l’intento di mostrare l’arte omanita di artisti locali, ai visitatori.
A questo punto, per il pranzo, consiglio tre categorie di ristoranti a Mutrah, dal più economico al più costoso.
- Royal House cucina araba con opzioni anche vegetariane. Da provare il Lemon-Mint
- Bait Al Luban omanita e mediorientale di buon livello, con diverse categorie di menù. Ottima l’acqua al franchinsenso
- Kurkum livello alto di cucina indiana

Ryam Park
Un piccolo polmone verde in città, con il suo simbolo inconfondibile che si staglia all’orizzonte, l’incensiere bianco. Anni addietro si poteva salire in cima, poi è stato chiuso e mai più riaperto.
Al Ryam Park, c’è anche un piccolo lunapark, molto frequentato dai locali. Anche se preferisco passeggiare all’interno del Qurum Park, questa è un’ottima tappa, per osservare magari qualche famiglia in relax.
Da qui, come avevo già anticipato, si può scegliere di proseguire costeggiando il mare e allora si passa dall’insenatura di Kalbuh Beach dove in gennaio, il mese che più frequentemente presenta mare mosso, si possono vedere surfisti in azione.

L’alternativa è quella di salire la strada dietro alla montagna, che passa dall’agglomerato di case di Ryam appunto fino al punto panoramico dove si vede la Old Muscat dall’alto, con i due forti ai lati, il palazzo reale, il tetto di alcuni musei e alcuni minareti abbelliti con maioliche colorate. Questa tra l’altro è stata la prima strada percorribile per trasportare merci che collegava Mutrah al vecchio porto di Muscat. Occhio all’unico albero di franchincenso in città, davanti alla Fort Guesthouse.
Muscat Gate Museum
Quindi si arriva alla Old Town. Ritornati sulla strada principale, a sinistra trovate il Muscat Gate Museum, consiglio una visita fugace, è gratuito ed interessante, se amate le foto d’epoca. Questo museo inizia il percorso dalla “porta di Muscat”, che fino agli anni ’70 proteggeva il nucleo originale dai predoni.
Proseguendo quasi dritto, verso il mare, si incontra un’altra antica via d’accesso della città Mathaib Gate, dove all’angolo si trova una moschea molto intima che spicca con le sue cupole blu, si tratta della Al Khor Mosque. In teoria è una di quelle visitabili anche ai non musulmani, ma dopo il covid tutto è cambiato, ora è a discrezione di chi trovate, al massimo potete affacciarvi alla porta e scattare qualche foto. Piuttosto potete fare il giro da fuori, fino alla nicchia del Mihrab decorata da piccole ceramiche blu e azzurre

Al Alam Royal Palace
Dopo averlo osservato da dietro, ovvero dalla parte che guarda il vecchio porto molto caratteristico, con i nomi e le bandiere disegnate sulla roccia dei vecchi velieri di passaggio. Dunque si può costeggiare la cancellata dalla quale si può sbirciare dentro.
Il giardino immenso, ma neanche troppo, è un tripudio di colori e di odori, tantissimi i fiori e le piante.
L’Al Alam Palace, è adornato da eleganti colonne blu e oro che sembrano dei funghi. Venne fatto edificare dal compianto Sultan Qaboos nel 1972, che lo sostituì a quello di argilla che c’era prima.


Chiuso al pubblico, sul tetto sventola la bandiera se il Sultano è in ufficio, infatti questo palazzo non è la sua casa, ma viene usato solo da rappresentanza durante visite importanti.
Attorno, gli edifici del Diwan, la segreteria del Sultano e altri uffici governativi. Tra un palazzo e l’altro si possono scorgere i due forti di Mirani e Jalali.
Le due fortezze, vennero fatte costruire verso la fine del XVI dai portoghesi, per difendere il porto dalle incursioni dei nemici.
Il forte di Jalali, sul versante orientale, venne usato come prigione per diversi anni mentre oggi ospita il museo privato del Sultano; il forte di Mirani sul versante occidentale, è importante perché contribuì alla fine del dominio portoghese.
National Museum
Il “nuovo” museo nazionale, inaugurato nel 2016, praticamente alla fine del lungo viale, speculare a questo, possiede un’architettura caratteristica, in armonia con gli altri della zona. Sembra austero e freddo da fuori, ma all’interno la meraviglia.


Varcato l’ingresso, la Hall conduce ad uno spazio centrale con due enormi vetrine. In seguito varie sezioni sul ricco patrimonio omanita. Il museo contiene più di 7000 oggetti, dai gioielli ai costumi tradizionali, dagli scrigni intagliati ai manufatti di bronzo, reperti archeologici e mappe, fino alle imbarcazioni omanite e quindi la sezione dedicata alla marineria.
Sviluppato su due piani, le gallerie dell’Oman e del Mondo, possiedono monete provenienti dal tesoro ritrovato all’interno del vascello di Vasco Da Gama affondato davanti alle coste omanite nel 1503, la famosa Esmeralda.


E poi ancora, manufatti provenienti dall’antico sito di Qalhat tra cui le decorazioni in ceramica del mausoleo di Bibi Miriam, oggi ultimo sito UNESCO omanita, inserito nella lista del patrimonio.
Se volete approfondire altri fatti e curiosità sull’Oman, potete leggere il mio articolo qui
Nel 2022 ha aperto una nuova parte, sul Sultan Qaboos, con tante cose preziose appartenute a lui, al Sultano illuminato che ha fatto la storia di questo paese.
In una vetrina, anche la lettera per la successione, che il Sultano stesso aveva sigillato e custodito . Questa sarebbe stata aperta solo alla sua morte, dal Consiglio della famiglia reale se entro tre giorni non avesse deciso chi sarebbe salito al trono. La lettera, venne aperta subito, per rispettare la decisione del Sultano.
Da ricordare un fatto, il Museo Nazionale di Muscat, è stato il primo paese a utilizzare la scrittura Braille in arabo. E qui si capisce subito dove arriva lontano la cultura dell’Oman.

La visita di questo importante museo richiede almeno 2 ore di tempo se non di più. Ingresso 5 OMR (12€)
Tappe ulteriori
La minuscola città antica cinta da mura, la vera Muscat, racchiude altri musei, grandi e piccoli.
Un’alternativa sempre valida al Museo Nazionale, potrebbe essere il Bait Al Zubair. Finanziato dai suoi fondatori, la fam. Zubair appunto nel 1998, è un meraviglioso complesso di edifici privati con all’interno un percorso per lo più etnografico e antropologico.
La struttura è organizzata in 5 edifici separati, Bait al Bagh, quello principale, Bait al Nahdah, Bait Al Oud, Bait Al Dalaleel e la Galleria Sarah che espone opere di arte moderna e contemporanea e che ospita anche worshop e seminari.
Nella sezione relativa al vestiario omanita, così dettagliato ed esplicativo, ci perdo sempre un’ora.
Altro museo presente in zona, Omani – French Museum, da visitare se non altro per l’architettura dell’edificio, costruita all’inizio del XX sec. a due piani con cortile interno. Ha ospitato gli uffici e la residenza dei consoli francesi e quindi si tratta sostanzialmente di un museo che documenta i rapporti tra i due paesi per mezzo di una serie di fotografie dedicate alla vita coloniale dell’epoca.


Durante la mia permanenza a Muscat, ho visitato poi il Fikra Cultural Center. In realtà è una galleria non sempre aperta, dove vengono organizzate ogni tanto mostre o installazioni di arte contemporaneq come appunto “You can’t be here“. Un percorso coinvolgente della effetti pandemici sulle persone.
Conclusioni
Arrivati in questa parte di Muscat avete due scelte, o tornare al punto di partenza con un otaxi, gli uber omaniti che per soli 5 km vi faranno spendere 1,5 OMR (neanche 4€) ma serve una app sul telefono per chiamarli. Oppure tornare a piedi nuovamente, baciati dal sole del tramonto i cui raggi illuminano la costa e magari per fare un altro giretto al Suq in versione serale.


E’ a quest’ora che la città prende vita principalente. Gli omaniti amano uscire dopo le 16 per godersi paesaggi e tramonti, passeggiando sulla Corniche con le loro Dishdasha svolazzanti.
L’itinerario a piedi lunga la costa di Muscat è terminato.
Un giorno intero alla scoperta di questa zona affascinante che a tratti vi farà tornare indietro nel tempo ma che vi farà apprezzare anche le diverse tipologie di architetture, dai forti alle case portoghesi, fino agli edifici moderni degli uffici governativi, dalle linee pulite ed essenziali.
Ricordatevi di portare acqua, una barretta energica e anche un maglioncino per i musei perché tengono sempre l’aria condizionata al limite della sopravvivenza.
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