Marrakech è la città “giardino” per eccellenza del Marocco. Gli stessi riad nella medina, il cui nome significa proprio giardino in arabo, sono dei piccoli polmoni verdi. L’architettura tipica infatti prevede che queste abitazioni abbiano generalmente un patio o una corte interna, a volte con fontane, piscine e la vegetazione è quasi sempre una costante.
Nel caso stiate programmando un viaggio nella città rossa, vi consiglio di leggere anche il mio articolo su Dormire a Marrakech: 18 Boutique Riads di design, che vi aiuterà nella scelta del pernottamento.
Comunque, oltre a questi piccoli gioielli, Marrakech è costellata di parchi veri e propri, estesi per diversi ettari, dove architetti, designer e artisti si sono sbizzarriti nell’organizzare spazi curati e ricercati, delle oasi di pace in cui rigenerarsi, insomma, dei giardini d’ispirazione nel cuore del Marocco.

Indice articolo
La Mamounia Garden
Dalla piazza Jemaa el-fnaa dovrete camminare giusto 10 minuti verso ovest, lasciare la medina e le sue mura, prendendo la Avenue Houmman-El Fetouaki; a questo punto vi troverete davanti al grandioso e iconico hotel omonimo La Mamounia.
L’ingresso ai visitatori esterni è sempre libero, tranne che nel week end o per eventi privati, ma è comunque sempre presidiato da guardie che vi chiederanno l’identità passando poi la vostra borsa sotto ad un metal detector. Superati i controlli, entrerete in paradiso e oltre i due cancelli, arriverete all’ingresso.
Si attraversa l’atrio con la reception e ancora in fondo il famoso cafe, usciti dalla porta arriverete al giardino, a questo punto potete prendere uno dei tanti viali.
Durante il loro soggiorno a Marrakech, Churchill e Franklin D.Roosevelt trascorsero i loro momenti liberi in questo immenso giardino. Tutt’intorno a perdita d’occhio, alte palme, aranci, ulivi, bouganville, roseti e piante grasse con qualche installazione d’arte qua e là.

All’interno dell’immenso parco si trovano anche padiglioni perfettamente integrati e decorati con Zellij per riposarsi, fare 4 chiacchiere e ascoltare gli uccellini cinguettare. Oltre a diversi campi da tennis, una piscina e un delizioso café.
Inoltre, se avete necessità, trovate anche il wifi aperto.

Anima Garden
Questo bellissimo e originale giardino non si trova in città, ma bisogna allontanarsi di 25 km circa, verso la Valle dell’Ourika. Se acquistate il biglietto nel sito ufficiale però, potrete avvalervi dello shuttle gratuito offerto a chi appunto si presenta con la prenotazione, cartacea o su cellulare, dietro alla moschea della Koutoubia.
Bisogna riservare i posti, visto che ci sono diversi orari di partenza, altrettanti per il ritorno e si riempie in fretta.
Tempo di percorrenza almeno 30 minuti. Ingresso 12 € per gli adulti e 6 € per i bambini.

Del resto, che dire, è un luogo magico dove arte e natura si incontrano. André Heller, un’artista austriaco un po’ visionario, ha deciso di portare un altro dei suoi progetti in terra marocchina. Già conosciuto in Italia per aver realizzato un altro giardino artistico sul lago di Garda, l’Hellergarden, in Marocco ha trovato una cornice che parla già da sola, con le montagne dell’Atlante in lontananza.
In principio era una terra desertica e desolata, così ha iniziato a coltivarla importando le piante, ricreando quindi un ecosistema estremamente originale. Al progetto hanno partecipato anche gli austriaci Gregor Weiss, regista, e Carmen Wiederin, architetto, oltre alla popolazione del luogo che ha prestato manodopera;dunque il progetto ha creato molti posti di lavoro.

Il giardino è grande 8 ettari ma vi servono almeno due orette per scovare ogni angolo particolare, dalle installazioni che spruzzano vapore acqueo, a strane statue che spuntano dal nulla, nel verde.
Ci sono tronchi di albero decorati con maschere africane e quelli che presentano decorazioni coloratissime. Troverete anche tante panchine dislocate un po’ ovunque e in punti strategici. Indubbiamente la parte che mi piace di più è quella delle piante grasse, con dei cactus altissimi che proiettano la loro figura spinosa verso il cielo limpido del Marocco.


Alla fine del percorso, vi attenderà un altro café gustoso e piacevole che serve delle ottime limonate. Nella stessa struttura troverete una piccola galleria d’arte e un negozietto di artigianato marocchino. Insomma, un giardino per l’anima come ricorda il titolo, fuori dal trambusto cittadino. Da visitare assolutamente!

Le Jardin des arts
Se da Gueliz camminate sulla Av Mohammed V tornando verso la piazza Jemaa el Fnaa, incontrerete in ordine, sulla vostra destra, Le Jardin des Arts e poi, subito dopo la porta di Bab Nkob, una delle tante “porte” d’ingresso della medina, il Cyber parc.
Il primo è stato inaugurato nel 2016, quindi è relativamente nuovo.
Si trova in un contesto residenziale dove ancora una volta l’arte a Marrakech prende il sopravvento, infatti si tratta di una collaborazione tra l’artista Mahi Binebine e l’agenzia BDA che ha visto scegliere i progetti di ben 22 artisti per ricoprire questo spazio pubblico di sculture e opere di grande impatto, tutte improntate sul tema del clima. Molto suggestivo se visitato di sera, tutto illuminato.
Ingresso libero.

Quindi, proseguendo lungo il viale trafficato, si incontra il famoso Cyber parc, lo splendido giardino creato nel 1700 dal principe Moulay Abdessalam e riordinato nel 2005, oggi curatissimo.
Tantissimi sono gli alberi di questo spazio verde pubblico, anche secolari, come i pini e i cipressi di Aleppo.
Il parco deve il nome al fatto che nasce con lo scopo di avvicinare i visitatori alla tecnologia e allo sviluppo sostenibile. Infatti all’interno si può usare gratuitamente il wi-fi e si trovano anche delle postazioni informatizzate, ovvero delle colonne touch-screen interattive.
L’ingresso è gratuito ed è particolarmente piacevole durante le calde giornate estive perché è molto ombreggiato e refrigerante grazie alle piante d’alto fusto.

Le Jardin Secret
Il mio preferito, forse per i toni cromatici di verde della pavimentazione, perché in pieno centro ma anche perché colmo di libellule svolazzati, ecco, se mi dovessi immaginare il giardino dell’eden, me lo raffigurerei così. Si tratta di un giardino tradizionale islamico riportato al suo splendore autentico.
Un tempo questo antico riad apparteneva ad un capolocale U-Bihi che finì avvelenato da Mohammed IV.
La cosa meravigliosa è che si sono preservati anche gli originali Khettara, ovvero canali d’irrigazione sotterranei che raccolgono le acque confluite dalle montagne dell’Atlante.

Il biglietto d’ingresso costa circa 4.50 € e ne vale davvero la pena, specialmente per prendersi una pausa dai souq della medina e quindi per trovare un po’ di quiete e silenzio.
Lo spazio è organizzato in due parti, la prima, subito dopo aver varcato la porta d’ingresso, consta di un giardino esotico, “profumato”, dalla forma quadrata con alcune panchine e specie di piante provenienti dai 5 continenti; poi la seconda, consecutiva a questa, composta da un giardino islamico, di forma rettangolare e suddiviso in 4 aree che rappresentano la metafora del paradiso; una fontana al centro con un gazebo dal soffitto decorato in legno di cedro e due camminamenti che si incrociano.

L’ombra degli ulivi, agrumi, melograni e fichi favoriscono la contemplazione. Su questo giardino poi si affacciano due padiglioni che mostrano la storia del riad e tutte le fasi del restauro, una torre e un caffè in un terrazzo dal quale osservare parte della medina.

Les Jardin de la Koutoubia
Un’oasi verde che abbraccia interamente la moschea della Koutoubia, la più famosa di Marrakech che guarda la piazza Jemaa el Fna. E’ molto amata dalla gente del posto per passeggiare, parlare e godersi i vari momenti della giornata, ma è altrettanto piacevole da visitare come turista. Dalla fontana, guardando il minareto, ci si rende conto di essere in una città magica, se poi ci capitate durante l’ora del richiamo del muezzin, la permanenza in questo giardino sarà ancora più avvolgente.

Jardin Majorelle
Sicuramente il giardino di Marrakech più conosciuto e probabilmente il più visitato.
Yves Saint Laurent lo ha donato alla città dove visse per tantissimi anni con il compagno Pierre Bergé; lo aveva acquistato nel 1980 con l’intento di preservare al meglio la visione dell’ex proprietario, botanico e artista Jacques Majorelle.
Un sentiero circolare si snoda fra bambù, palme, cactus e piccoli specchi d’acqua con ninfee e ogni pianta è descritta da targhette identificative. La cosa che sicuramente spicca subito all’occhio è il blu della casa, cuore del giardino, che poi appunto assunse l’appellativo di “blu majorelle“. Il contrasto che si è creato è molto psichedelico, elettrico, tra i muri dell’abitazione, ora museo, il verde delle piante grasse e il giallo dei vasi.


Pare che il botanico avesse creato la tinta perché si accordasse con le tute da lavoro degli operai francesi.
Al momento la casa ospita il museo berbero che racchiude una collezione di circa 600 pezzi, tra abiti tradizionali, strumenti da lavoro, gioielli e manufatti.
Nel settore orientale si trova un monumento in memoria dello stilista dopo la sua morte avvenuta nel 2008 e dove pare vennero sparse le sue ceneri. Dal 2017 accanto al giardino è stato inaugurato il Musée Yves Saint Laurent de Marrakech.
All’interno del giardino che comunque è uno spazio piuttosto piccolo e visitabile in un’oretta circa, si trova anche uno shop. L’ingresso è di 7 € circa più 3€ se si vuole visitare anche il museo.


Infine segnalo altri tre giardini che rientrano più nella categoria dei “parchi” di Marrakech, ovvero il Jardin Menara, che è un enorme area che sorge a ovest della città, verso l’aeroporto, costituito da un enorme bacino artificiale che doveva servire per irrigare gli orti circostanti, un padiglione, realizzato nel XVI sec. e larghi viali orlati di frutteti e ulivi.
La Palmerie che si trova a nord della medina e altro non è che un’immensa distesa di piante creata all’epoca leggendaria in cui nacque Marrakech, oggi colonizzata da grandi hotel e residenze private. E’ un’altra oasi di frescura che appunta conta 50.000 palme da dattero che contribuiscono a mantenere le temperature più basse.
Il terzo parco è il Jardin de l’Agdal, a sud della città vecchia. Copre una superficie di 400 ettari con i suoi boschetti di aranci, limoni, fichi, albicocchi, melograni e ulivi e la sua realizzazione risale alla notte dei tempi, più o meno all’epoca della fondazione della città nel 1200.
Si trovano anche un padiglione e un grande bacino che si narra venne utilizzato in passato dai sultani per addestrare le truppe reali a nuotare ma purtroppo però vi morì anche Mohammed VI nel 1873 quando la sua barchetta si capovolse e lui vi annegò dentro.
Anche in una città caotica come Marrakech tantissime le oasi verdi dove rigenerare anima e corpo.
Buon verde nella città rossa!!
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