Torrette, rocche, castelli costruiti decenni fa, continuano a vegliare sulle oasi, sui deserti, sulle città, sui palmeti. Caratteristici del paesaggio omanita non possono mancare lungo il vostro itinerario.
In Epoca preislamica, la Penisola Arabica era attraversata da carovane che trasportavano merci pregiate come oro, incenso, pietre preziose, quindi, per proteggersi dalle incursioni di bande di predoni, nacquero in luoghi strategici le strutture fortificate, che dovevano custodire la merce e offrire rifugio.

Poi la storia dell’Oman vede ad un certo punto l’arrivo dei portoghesi. Siamo nel 1500 circa, interessati alle coste, per controllare meglio le rotte marine, si stabilirono lungo queste, edificando quindi nuove fortezze ancora più possenti, in mattoni d’argilla miscelati ad acqua e paglia. Questo modello architettonico venne mantenuto anche dopo la loro dipartita, dagli Imam e dai Sultani.
Impossibile visitarli tutti in un solo viaggio. Alcuni sono stati restaurati e poi aperti al pubblico. Altri sotto restauro da tempo, senza sapere quando saranno fruibili, rimangono tappe fotografiche molto suggestive. Queste imponenti strutture spesso si innalzano su speroni rocciosi, o si materializzano in mezzo al nulla come miraggi, ognuno con le proprie caratteristiche architettoniche seppur molto uniformi nella sostanza.

L’Oman tra forti e castelli, quali visitare?
COSA TROVATE NELL'ARTICOLO
Bahla
Il forte per eccellenza, quello di Bahla, è stato inserito nella lista del patrimonio UNESCO nel 1987.
Costruito in posizione strategica fatto in mattoni di fango, dopo un importante restauro, è stato riportato al suo splendore, seppure dentro rimanga spoglio.
Bahla deve la sua prosperità alla tribù dei Banu Nebhan, che dominò l’area dal 12 secolo al 15 secolo. Da questo momento, cominciarono a stringersi relazioni anche con altre tribù della zona e la città divenne il centro dell’Ibadismo, un ramo dell’Islam.



Al di là della cittadina in sé che è davvero interessante da visitare, specialmente per i suoi laboratori artigianali o anche solo per approfondire il discorso “Jinn” e magia, il forte merita una visita anche all’interno.
Le fondamenta risalgono all’epoca preislamica e il complesso, essendo stato sede del governo, è stato ampliato ripetutamente. La parte più antica e affascinante è la cittadella interna (qasba) che si organizza in vicoli e strettoie. Occhio a non smarrirsi, perché si perde l’orientamento.
Altri edifici costituiscono l’insieme, più o meno recenti, come Bait al Hadith, che conserva comunque un ingresso antico: fu in questo edificio che nel 1972 ebbe luogo lo storico incontro tra il Sultan Qaboos e i capi delle tribù della regione. La sala in questione presenta un soffitto in legno con decorazione ancora visibile e vivida.
Comunque, per capire quanto complesso potesse essere entrare, occorre attraversare diversi passaggi e porte, ognuna equipaggiata con sistemi di difesa contro il nemico. Le torrette di avvistamento sono 8, distribuite lungo il muro perimetrale che racchiude la fortezza.
Affascinante la moschea che si trova all’interno, del primo periodo islamico e un mihrab (nicchia di preghiera) del XIV sec.
Forte di Nizwa
La fortezza omanita più completa, per avere un’idea anche di come si potesse vivere all’interno, è quella di Nizwa, nel cuore di una grande oasi coltivata a datteri e ai piedi del Jebel Akhdar. Le sue origini risalgono al IX sec quando la città era già un centro culturale molto importante.



La sua posizione strategica, all’incrocio di rotte carovaniere, richiedeva una struttura adeguata contro le incursioni e così, intorno al 1650, il Sultan Bin Saif Al Yaruba, primo imam della dinastia Ya’ruba, edificò il famoso forte.
Per completare la sua costruzione, ci vollero 12 anni e spicca la sua torre circolare dal diametro di 45 metri e alta 40, riempita di terra per metà.
Possiede 7 pozzi di ventilazione attraverso cui veniva versato sciroppo di dattero bollente sulla testa dei nemici, rinfrescano l’ambiente nei corridoi e nelle scale mantenendo la temperatura all’interno gradevole.
Attorno al perimetro della torre, dai bordi merlettati, su cui vale la pena salire per godere di uno dei più bei panorami urbani (ma non solo) di tutto l’Oman, erano posizionati 24 cannoni.
Dai tetti di alcune parti della struttura, si scattano meravigliose fotografie, come quella della cupola e del minareto color ocra della Moschea del Venerdì con le montagne sullo sfondo.

L’interno è articolato in numerosi passaggi, scalette e corridoi a zig zag dai quali si accede alle varie stanze comuni e gli ambienti residenziali dell’Imam. Molti ambienti sono stati arredati con tappeti, cuscini colorati e utensili. Le prigioni del basamento, ora ospita un percorso con pannelli esplicativi che raccontano la storia della città.
Nel cortile del forte di Nizwa, si tengono delle rappresentazioni di canti e balli da parte di un gruppo di omaniti vestiti di tutto punto, da non mancare! Oltre a questo è bene prendere parte ad altre ricostruzioni o workshop dentro e fuori, come la signora che cucina il pane, l’insegnante che insegna ai bambini, l’artigiano che fabbrica cestini e tanto altro.

L’ingresso a questo forte è quello più caro di tutti, ben 5 OMR ma a fronte di quello che si assiste e si visita, sono ben spesi.
Se avete un giorno intero da spendere a Nizwa, qui tutto quello che c’è da vedere. Rigorosamente di venerdì mi raccomando!
Mutrah Fort
Tappa sicuramente immancabile, la zona di Mutrah, se non altro per i suoi souq. Una ripida dorsale montuosa separa la baia dalla città vecchia dove si trova il palazzo reale di rappresentanza.
Mutrah conserva un fascino senza tempo, con i suoi balconi in legno delle case dei portoghesi. E’ qui che sorge la moschea più fotografata di tutta Muscat (oltre la Grande Moschea ovviamente). Il suo minareto e cupola, ricoperti di maioliche blu e oro, danno il benvenuto a chiunque arrivi nel quartiere.


All’estremità del porto, si trova il forte della città. Costruito dai portoghesi intorno al 1580, questo domina fiero il quartiere. Adibito a scopi militari, l’edificio in se è spoglio, ma vale la pena salire in cima per avere una bella visuale di tutta Mutrah, sul porto con gli Yacht del sultano e sulle imbarcazioni che si stagliano all’orizzonte.
Bait al Maqham
Questo piccolo fortino, non è mai contemplato durante un Muscat City Tour, ma per chi avesse più giorni da passare a Muscat, il quartiere di Bawsher, è da vedere. Sicuramente per la sua candida Moschea, Al Alamin, che di notte accende le sue cupole di blu e per le sue dune, su cui salire al tramonto. Avete letto bene, dune in pieno centro a Muscat.

Bait Al Maqham è immerso in un palmeto lussureggiante, da cui si gode di una bella vista sul quartiere, a testimonianza di come la città nel tempo si sia espansa, inglobando zone rurali che rimanevano lontano appunto.
Essendo uno degli edifici più antichi della zona, Bait Al Maqham, è diventato un pilastro importante per mostrare l’architettura militare dell’Oman, ma nello stesso tempo con valore funzionale di abitazione. Di fatto è più che una semplice casa, perché appunto è stata costruita anche per la difesa, rendendola un luogo perfetto per studiare anche la struttura dell’antica fortificazione omanita e come questo abbia aiutato la comunità fornendo protezione.


Questo fortino però ebbe un proposito insolito, venne costruito infatti per Sayyida Thuraya, figlia di un nobiluomo che ci ha vissuto nel XVIII sec.
Architettonicamente il castello è stato costruito su un terreno irregolare e si compone di 3 piani.
La grande torre si trova nell’angolo nord-ovest dell’edificio e misura 16 metri con un diametro di 10. L’intera struttura è stata edificata utilizzando blocchi di pietra di piccole e medie dimensioni.
Bait Al Maqham, nascosta dal traffico cittadino, in un’oasi di pace, fornisce un meraviglioso spaccato di vita, che sembra si sia fermata a quell’epoca.
Jalan Bani Bu Ali castello
Jalan Bani Bu Ali, a 300 km da Muscat, è un cittadina commerciale ma caratterizzata da torri di guardia, vecchie case e antiche mura. Potreste rimanere delusi visitando il suo castello non restaurato. Di fatto si tratta di un imponente edificio in rovina (infatti i proprietari sono privati e non interessati a restaurarla) con muri che si sgretolano tra le mani, ma passando di qui, visitando le altre attrazioni della zona, come l’insolita moschea dalle 52 cupole, vale la pena fermarsi.


Un dettaglio che forse vi potrebbe sfuggire, camminando tra i ruderi, salendo le scale esterne, verso il primo piano, in un muro si trova l’impronta di una mano. Vi chiederete se sia lì per gioco, fatta da una persona sul muro in costruzione, ebbene no, si tratta di un’accurata “sveglia” per ricordare le 5 salāt, le preghiere giornaliere dell’islam: all’alba (salāt al fajr), a mezzogiorno (salāt al zuhr), al pomeriggio, (salāt al asr), al tramonto (salāt al maghrib) e alla sera (salāt al ishá).
L’ora della preghiera, lanciata dal muezzin dall’alto del minareto, non é mai lo stesso per due posti diversi, quindi questa “sveglia” vale solo per Jalan Bani Bu Alì.

Il sole, si sposta e così l’ombra del sasso posto sopra la mano, che quindi segna le diverse dita della mano. Più difficile da descrivere che a vedersi, quindi fate una sosta a Jalan Bani Bu Ali.
Jabreen Castle
Qui c’è poco da dire, il più bel castello storico di tutto l’Oman. Costruito alla fine del 17° sec dall’ Imam Bel’arab bin Sultan Al Yaruba e che qui è sepolto, il cui padre cacciò i portoghesi dal paese e che proseguì l’ampliamento del forte di Nizwa così come lo vediamo oggi.

Jabreen, che si trova nella piana del governatorato della Dakhiliyah, in prossimità di Bahla, a 175 km da Muscat, si erge fiero e imponente.
Questo castello ospitò per molto tempo un importante centro di studi di astrologia, medicina e legge islamica, quindi numerosi studiosi frequentarono le sue stanze per sviluppare le loro attività di ricerca. Dunque Jabreen è diverso dagli altri perché non venne costruito in tempo di guerra, quindi a scopo difensivo.
Forse è proprio dietro il proposito della sua edificazione che si nasconde tutto il suo fascino.
I soffitti e le pareti sono dipinti con motivi floreali e versi di poesie arabe.
Meravigliosi stucchi ornano volte e scale, mentre il cortile interno orientale dei bei balconi in legno intagliato che trasmette un gran senso di pace.


Nell’ala occidentale si trova anche la scuola coranica che però rimase incompiuta per via di un attacco da parte del fratello di Bilarub.
Invece al piano terra, sulla destra dell’ingresso, si trova il magazzino dei datteri, il cui succo veniva convogliato attraverso un’ingegnosa rete di canali in appositi recipienti. Fate solo attenzione agli attuali ospiti del castello, piccoli esserini appesi al soffitto delle stanze più buie.
Le finestre delle grandi sale, ai piani superiori, danno sul palmeto circostante a 360° e degni di nota sono i soffitti in legno decorati.



La visita di Jabreen, include la biblioteca e anche una piccola moschea. Perdersi attraverso i vari livelli, salendo sempre più in alto, fino a godere del panorama dell’ultimo piano, non ha prezzo. E’ tutto così magico a Jabreen.
Nakhal Fort
Questa fortezza scenografica, chiamata anche Husn al Heem, si trova in uno dei luoghi più incantevoli dell’Oman. Collocato su uno sperone di roccia calcarea, si trova anch’esso immerso nelle piantagioni di datteri, mentre sullo sfondo la maestosità dei monti Hajar.

Il forte venne costruito in era preislamica per controllare la rotta commerciale che conduceva nell’entroterra. In seguito, fu la residenza dei vari regnanti che lo ampliarono fino al XIX sec donandogli sei torri e un ingresso monumentale. Dai bastioni si può ammirare un incantevole panorama, peccato solo che momentaneamente (luglio 2022) sia chiuso per restauro e conoscendo i tempi omaniti, non credo che riaprirà a breve.

Il forte di Nakhal possiede degli elementi architettonici particolari, come le feritoie sopra le porte alle quali venivano agganciati pentoloni con miele bollente contro i nemici e le torri circolari
Il momento migliore per ammirarlo è il tramonto, quando sullo sfondo si stagliano le ombre del Jebel Nakhal e tutto si tinge di rosa.

Un carrellata di 7 forti e castelli che ovviamente non si esauriscono qui, ma sono sicuramente i più rappresentativi e scenografici; è impossibile viaggiare in Oman senza imbattersi in una fortezza, sono centinaia, sparse in ogni angolo del territorio, alcune consumate dal tempo e impossibili da scorgere, ma sono sempre lì, testimoni del tempo passato, sentinelle d’argilla.
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