La deliziosa cittadina di Darling, 70 km a nord di Cape Town, è circondata da campi di frumento e vigne, mucche da latte e fattorie, nella bellissima cornice della West Coast che in primavera si ricopre di un tappeto di fiori coloratissimi.
Dalle colline circostanti lo sguardo arriva al mare e agli infiniti spazi aperti di questa regione.

Ma Darling è molto di più che un semplice villaggio. Ed è di questo che vi voglio parlare.
L’ultima volta che sono stata da queste parti non mi sono lasciata scappare la visita ad un luogo magico, che tutti dovrebbero vedere per capire un pò più della storia del Sudafrica in un’altra chiave. Un posto da inserire in un itinerario lungo la West Coast ovvero l’Evita Se Perron, che tradotto vuol dire ” la stazione di Evita”. Ma chi è questa Evita?
Indice articolo
COME INIZIA..


Pieter-Dirk Uys nasce a Cape Town nel 1945 e già dagli anni ’60 comincia a fare teatro.
Siamo nel periodo più buio della storia del Sudafrica, quello dell’Apartheid, la politica di segregazione razziale messa in atto dal governo del paese nel 1948.
I neri vennero deportati dalle loro case; furono privati di ogni diritto politico, civile e per spostarsi da una zona all’altra dovevano avere speciali permessi. Nei negozi si servivano prima persone “bianche”; ai neri veniva preclusa la frequentazione di aree comuni, anche sulle panchine c’erano cartelli che indicavano che potevano sedersi solo bianchi e tante altre disposizioni forzate, imposte solo su base etnica, sociale e dal colore della pelle.
Peter, durante questo periodo storico si sottrasse alla censura su qualsiasi argomento, in particolare quello politico, trasformandosi in Evita, una loquace signora che intratteneva un pubblico selezionato, criticando il regime boero dell’epoca che tanto lo faceva rabbrividire.
Una volta Peter stesso definì i membri della classe politica al potere come i suoi migliori scriptwriter:
”Mi hanno fornito del materiale che nessun uomo sano di mente avrebbe mai potuto concepire. Avevo a disposizione una minoranza bianca che non aveva alcun senso dell’umorismo”
Pieter Dirk Uys
Così nel tempo continuò ad indossare una parrucca, un vestito da donna nei tessuti più colorati che riusciva a realizzare per interpretare Evita Bezuidenhoud. Scrivendo solamente nelle diverse rubriche dei quotidiani del paese, non poteva di certo esternare completamente le sue idee contro la politica.

Dagli anni ’80 si dedicò completamente a questo personaggio dando voce al malcontento di una fetta di popolazione ma in particolare cercava con l’umorismo di stimolare la gente a riflettere sulle ingiustizie.
EVITA SE PERRON

Nel 1995 Pieter si trovava a guidare verso McGregor, quando prese una strada sbagliata, si fermò per pranzo e scoprì Darling. Un luogo che a lui apparve subito incantato, pieno di case in stile vittoriano. Poi girò l’angolo e vide una vecchia casa che comprò senza neanche scendere dalla macchina.
Ci mise 6 mesi per rinnovarla e venuto a sapere che la vicina stazione chiuse negli nel 1970, chiese se poteva utilizzarla come magazzino.

Nel 1996 questa divenne il suo mondo, un piccolo teatro dove coltivare il suo cabaret; quindi la residenza di Evita Bezuidenhout.
In Afrikaans (una delle lingue ufficiali sudafricane che derivano dai dialetti olandesi) Perron significa piattaforma, binario e così il nome Evita se Perron, ovvero la “stazione di Evita”.
Inizialmente la capienza era davvero ridotta e si usava solo un’immensa stanza, poi si inserirono altri spazi che divennero un contenitore di oggetti kitsch ma che si collocano perfettamente nel contesto.
Oggi può ospitare ben 140 persone tra la grande sala, quelle che ruotano attorno a questa, il ristorante annesso, il bar, e la galleria che altro non è che un lungo corridoio con le classiche poltroncine di legno rosse imbottite, quelle che usavano nei teatri una volta.





Il ristorante, che si chiama Bambi’s Berlin, serve piatti di cucina tradizionale, come il Bobotie (sformati di carne tritata di agnello al curry), i koeksisters (delle Donuts fritte unte e bisunte affogante nel miele) ma anche europei; piatti vegetariani, di pesce e dolci. Insomma un menù davvero molto vario.
Ci si muove così tra arredamenti vintage, sedie e divani anni ’80; valigie invecchiate, centrini e latte di ogni sorta.
A tratti sembra più un mercatino dell’usato che un teatro, ma di quelli belli, con tanta oggettistica sapientemente allestita.

Poi ci sono le fotografie appese che ritraggono Evita durante i suoi innumerevoli spettacoli. E ancora scatti che hanno immortalato Peter insieme ai vari esponenti politici anti-Apartheid, attrici sudafricane famose e attivisti. Nelson Mandela ne era un grande fan!
Altre sale, che seguono un corridoio dopo l’altro, creano un’atmosfera autentica.
Si trova anche un bookshop che vende libri di Uys e altro materiale sulla storia Sudafricana, un piccolo negozio con marmellate fatte in casa, prelibatezze varie e artigianato locale (borse, ceramiche, sciarpe etc).

Infine c’è un bellissimo giardino che è un museo a cielo aperto con diverse opere che deridono la vecchia politica della segregazione razziale e che Peter ha chiamato Boerassic Park.
Evita Se Perron ospita al suo interno anche l’ufficio della “Darling Trust“, una fondazione che si è posta l’obiettivo di aiutare le comunità dello Swartland a migliorare le proprie condizioni di vita rendendo più accessibile l’istruzione e la formazione professionale oltre che elevare in modo dignitoso la sanità.
GLI SPETTACOLI

Molta gente accorre per vedere gli spettacoli di Evita, sia sudafricani che turisti, da ogni parte del mondo. Del resto Pieter, con il suo personaggio divenne famoso anche oltre i confini del paese, quindi in Australia, Europa e negli Stati Uniti.
La cabarettista, da quanto richiesta, ad un certo punto, creò anche altri personaggi che ruotano tutti attorno a se stessa, come il marito Hasi, un politico del National Party di estrema destra e i suoi tre figli.
Evita divenne un pò l’ambasciatrice immaginaria dell’opposizione, durante la politica del regime duro che violò tutti i diritti umani immaginabili e possibili, appunto l’Apartheid (1948-1990).

Gli spettacoli si tengono solamente di venerdì, sabato e domenica, le altre sere il teatro/stazione ospita anche performance di altri artisti. E comunque quelli che hanno protagonista Evita, trattano sempre temi di ogni genere, spaziando dalla politica sudafricana, alla storia e all’ecologia. Ancora oggi nessun argomento è escluso, nemmeno il passato razzista del Sudafrica e la drammatica diffusione dell’AIDS.
La lingua principale è l’inglese ma non mancano battute in Afrikaans che il pubblico non sudafricano non farà troppa fatica a capire comunque, i dialoghi sono sempre molto divertenti e stimolanti.
Per prenotare un biglietto e godere di uno spettacolo unico nel suo genere visitate il sito ufficiale:
EVITA SE PERRON:8 Arcadia Street, Darling 7345 Sudafrica
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