Muscat è un porto come non ce ne sono altri nella vastità del mondo, dove si possono trovare imprese e cose belle che non si trovano da nessun’altra parte”
Ahmed bin Majid al Najdi


Come riconobbe già il grande navigatore arabo Ahmed bin Majid al Najdi nel 1490, Muscat possiede (ancora oggi) un fascino indescrivibile, senza tempo, spalmata in estensione, perché la legge dice che ogni nuovo palazzo in città non può superare il minareto più alto della grande moschea, copre quasi 60 km di lunghezza da una parte all’altra.
Muscat (in italiano Mascate) significa ‘porto sicuro’ ed è una città piacevole, pulitissima, ordinata e uniforme, tra le montagne e il mare.
Per altre info su Muscat e il paese in generale, potete leggere appunto “10 fatti e curiosità che forse non sai sull’Oman”

Indice articolo
Cosa vedere a Muscat?
Muscat si può idealmente dividere in cinque parti e quindi diciamo che le attrazioni principali si trovano all’interno di queste cinque grandi zone ovvero:
Al Mouj, l’ultimo sobborgo nato per ospitare principalmente expat in trasferta. Ha con una bella spiaggia, un campo da golf rinomato e un porticciolo dal qualche salpare verso le famose isole Daymaniyat.
Al Ghubrah e Bawshar, verso l’interno, con la Grande Moschea, ma anche Al Ameen, altra visitabile a Muscat. Ancora più verso le montagne, Bawshar, con dune e palmeti (avete letto bene, in città dune e piantagioni da dattero).
Qurum la zona delle ambasciate, con una bellissima spiaggia orlata di palme da cocco, un teatro dell’opera, ville e localini.
Mutrah, con souq, porto, mercati, forte, architetture storiche e affascinanti
Old Muscat con il palazzo reale, i forti portoghesi, i musei, gli edifici istituzionali.

Muscat si può vedere con diverse chiavi di lettura, in tutta la sua bellezza.
Considerato che l’Oman, fuori la capitale, gode di paesaggi senza eguali, in città è bene concentrarsi sulla visita di alcune attrazioni culturali come l’Opera House o uno dei musei.
In alcuni tratti si può visitare anche a piedi, percorrendo l’itinerario più gettonato, quello lungo il litorale della Corniche, che potete leggere qui.
Del resto, per muoversi a Muscat ed essere autonomi, serve la macchina, ma un’ottima alternativa per la capitale è “l’Uber Omanita” che qua si chiama Otaxi o il nuovo Tasleem Taxi
Come per Uber, occorre scaricarsi le rispettive applicazioni, iscriversi con il numero di telefono e poi scegliere la destinazione anche scegliendola sulla mappa; non occorre neanche essere nel punto di prelevamento in quel momento.
Infatti si può anche prenotare fissando un orario preciso e ci sono diverse tipologie di mezzo, dall’Economy, all’Otaxi VIP, Il Van, il Female Otaxi fino ad arrivare al Luxury.
Si può pagare sia con la carta (che deve essere già impostata prima) o contanti.
Per una corsa dalla Grande Moschea a Mutrah (20 Km), il costo si aggira sui 4.3 Omani Ryals che a oggi (agosto 2023) sono 9.5 € circa.
Infine c’è anche un sistema di trasporti pubblici, l’autobus della compagnia Mwasalat che purtroppo non funziona ottimamente, di frequente i bus ritardano e non ci sono fermate ramificate in città, inoltre, per distanze che con la macchina si coprono 30 minuti, con il bus il tempo triplica.
Al Mouj
Chiamata da noi expat “l’onda” che è poi la traduzione dall’arabo, è l’ultimo quartiere nato a Muscat, proprio dietro l’aeroporto, che è un pò un mondo a parte.
Non c’è un’architettura degna di nota, anzi, ma è davvero una zona piacevole per fare una passeggiata serale, lungo la sua arteria principale pedonale e attorno alla marina.


Da qui partono le imbarcazioni per raggiungere le Daymaniyat, un arcipelago di 9 isole altrettanto meta imperdibile.
Consiglio di raggiungere la spiaggia pubblica con le sue cabine/spogliatoio colorate o semplicemente di perdersi tra le vie residenziali chic di questo sobborgo che, visto dall’alto, sembra proprio un’onda che si infrange sulla costa.

Il consiglio utile: Tutti i sabati mattina, da novembre a febbraio, si tiene un bel mercatino artigianale che si chiama “Souq es sabt” lungo la via pedonale fino alla Marsa Square. Se cercate qualcosa di davvero local e autentico fateci un salto, magari di rientro da un’escursione alle isole Daymaniyat, dato che le imbarcazioni partono quasi tutte da qui.
Al Ghubrah, la Grande Moschea del Sultan Qaboos e Bawshar
La prima visita in città spetta a questa meravigliosa Moschea, uno perché è davvero un’attrazione da non perdere per nessuna ragione al mondo, due perché è aperta solo dalle 8 alle 11 di mattina per i non muslim. Dunque le giornata a Muscat comincia sempre qui.
Un gioiello di architettura moderna islamica, è stata donata dal precedente e grande Sultan Qaboos, per i suoi 30 anni di regno.
Un regalo per il suo popolo che lui amava soprattutto e viceversa, che gli omaniti hanno amato, lodato ed esaltato fino alla fine dei suoi giorni. (Sultan Qaboos è morto nel gennaio del 2020).


Su come “visitare la Grande Moschea Sultan Qaboos” ho già scritto un lungo articolo, dove troverete info pratiche, curiosità, consigli e suggerimenti.
Qui mi limito a dire che merita almeno 1 ora e mezza di visita, tra sale interne, gallerie perimetrali, giardini, biblioteca e centro femminile di cultura islamica.
E’ una delle moschee più belle di sempre, non appariscente, non sopra le righe, ma di una finezza ed eleganza da lasciare senza fiato.
Lascia senza parole anche la pulizia e la meticolosità con la quale gli addetti la tengono in custodia. Non c’è nulla fuori posto, si può girare interamente scalzi, non solo dentro le sale di preghiera dove è obbligatorio, ma ovunque, per ritrovarsi sempre i piedi puliti.


La biblioteca invita allo studio e alla ricerca e ogni giorno dopo le 11, si arrotolano i tappeti blu che proteggono quello grande e prezioso sotto della sala centrale per consentire ai fedeli di pregare.
Il mio consiglio utile: arrivate in moschea alle 8, proprio all’ora dell’apertura ed eviterete la folla che spesso, soprattutto in alta stagione, si palesa, in particolare con l’arrivo delle crociere a dicembre e gennaio.
Appena dietro alla zona di Ghubrah, ci si addentra in quartiere residenziale piuttosto uniforme che si chiama Bawshar. Ristoranti e attività, è un quartiere che brulica di gente a tutte le ore.


E’ qui che si trovano le famose dune di sabbia in centro città. Incredibile come si “incastrino” bene tra le superstrade e i raccordi. Sono un ottimo ritrovo al tramonto anche dagli omaniti stessi che si divertono a scalarle con le loro potenti jeep o quad.
Incredibile anche la fatica per salire in cima…ancora di più che nel deserto forse perché la sabbia è più soffice.
Salite all’ora blu per vedere la moschea di Al Alameen che si accende di viola, con i suoi alti minareti bianchi.
Sempre in zona Bawshar potete perdervi e addentravi (meglio a piedi) tra farm e piantagioni di palme per raggiungere Bait Al Maqham, una piacevole scoperta ai piedi delle montagne. Si tratta di una residenza fortificata di modeste dimensioni ma di un certo fascino, soprattutto perché ci si dimentica di essere in città.
Altre moschee a Muscat
Se uno disponesse di un giorno in più a Muscat, potrebbe valutare di farsi un giro per la città, in auto, per apprezzare anche gli stili di tutte le altre moschee e ce ne sarebbe una per ogni giorno del mese da vedere.
Hanno minareti colorati, lavorati, alcune con cupole coperte di azulejos o piastrelle colorate, altre semplicemente stuccate con colori oro, azzurro, verde etc.
Segnatevi almeno queste:
- Shati Al Qurum Mosque nel quartiere di Qurum da cui prende il nome, con alti minareti in stile andaluso
- Asma Bint Avi Mosque l’unica in stile del Maghrebino, con un orologio nel minareto
- Mohammed Al Ameen un’altra moschea in cui è possibile entrare, bianca di giorno e blu di sera
- Said Bin Taimur Mosque con alti e sottili minareti e in stile ottomano
- Al-Khor Mosque nella Old Muscat, con cupola blu e minareto traforato




Qurum
Il quartiere che amo di più a Muscat ed è quello dove dove ho scelto di vivere. E’ spalmato lungo la costa e merita certamente una visita al tramonto.
La parte più vicina all’aeroporto è quella delle ambasciate con ville e case perfettamente curate, sul tetto di alcune sventolano bandiere. Molte infatti sono le residenze stesse degli ambasciatori e si tratta di una zona ad alto profilo.

Partite dal bellissimo Royal Muscat Opera House. Fortemente voluto dal precedente Sultan Qaboos che amava le arti, la lirica e l’operetta. Nel 2011 è stato inaugurata questa meraviglia che ha arricchito non poco il panorama della vita culturale in città.
Da settembre a maggio il calendario degli eventi è molto ricco e invitante con artisti di fama mondiale. Opere liriche, balletti, spettacoli, concerti…qui si sono alternati Bocelli, Placido Domingo (che ho avuto l’onore di vedere) e ancora Roberto Bolle e i ballerini della Scala di Roma ( che tra l’altro ho portato nel deserto).
Aperto tutti i giorni tranne il venerdì, dalle 8.30 alle 5.30, si tengono visite guidate ogni mezz’ora. Si comincia dalla Hall e si sale al primo piano dove attorno ci sono vetrinette e quindi una collezione di strumenti musicali unici e raffinati, si procede poi all’interno della sala del teatro.

Dall’Opera House consiglio di muovervi a piedi direzione Qurum Beach, verso la piazzetta che pullula di localini e ristoranti. Da qui potete camminare alla vostra sinistra e, se c’è la bassa marea, sulla spiaggia bordata di alte palme da cocco. La sera dopo il tramonto questo tratto di costa si riempie di persone che vanno a correre, a fare sport, a giocare a calcio e ancora famiglie intere che si piazzano nel prato con coperte e tutto l’occorrente per un picnic perfetto, senza lasciare nulla al caso.
Comincia il tratto chiamato Shati Al Qurum, di spiaggia con erba e vialetti per passeggiare, qualche seduta e l’aria di salsedine.


Continuando, si arriva al Water-Front, un’altra zona con ristoranti di diverse cucine e tantissimi café carini. Qualche km dopo ci sono alcune ambasciate proprio affacciate sul mare come quella, russa inglese, quella indiana, americana, Arabia Saudita, del Qatar e così via fino a raggiungere la spiaggia di Ghubrah, zona già mezionata prima per la Grande Moschea.
Il mio consiglio utile: dietro al Waterfront ci sono diverse attività. Cercate un ristorantino che ha ricostruito fedelmente le case d’argilla di una volta, si chiama Dukanah, ordinate Mishkak al pollo e intingeteli nel miele che vi porteranno in una ciotolina, sublimi.
Mutrah
Il sobborgo di Muscat più famoso e dove per forza, tutti quelli che sostano a Muscat almeno un giorno, ci passano. Qui si trovano:
- Il mercato del pesce rinnovato nel 2018 e dove spesso, al piano di sopra, organizzano installazioni d’arte contemporanea.
- Il lungoporto chiamato Corniche, dove si susseguono le interessanti abitazioni portoghesi con i balconcini di legno e dove vive la comunità dei Lawati piuttosto conservatrice (è infatti negato l’accesso oltre le mura a chi non appartiene al loro credo).
- Il famoso souq dove si trova di tutto e di più, dal vestiario, agli accessori per la cucina, agli scampoli, antichità, profumerie, oro, argento e oggettistica varia.
- Il forte costruito per scopi militari dai portoghesi che è spoglio ma sul quale ora hanno anche aperto un café molto carino. Consiglio di salire al tramonto, durante l’ora della preghiera, per ascoltare nello stesso momento il richiamo dei muezzin di tutte le moschee del quartiere oltreché per godere della vista meravigliosa sul porto con gli immancabili yacth del sultano attraccati.
- Un museo interessante che si chiama “Place and People”, in una vecchia abitazione della seconda metà del ‘900 che ha raggruppato diversi oggetti e mobilio degli anni 1950-1970 appunto, mettendo in luce uno spaccato sulla vita di quel tempo a Muscat, dove vigeva una sorta di dittatura e chiusura verso/dal mondo.
- Bait Al Baranda, un’antica residenza di quelle meravigliose con il cortile interno degli anni ’30 che ripercorre la storia e la preistoria di Muscat ma anche dell’Oman in generale. Purtroppo al momento chiuso per restauro.




Il mio consiglio utile: dopo il souq, seguendo la linea delle case andando verso sud, cercate “Juice world” entrate e scegliete uno dei tanti succhi colorati e super freschissimi di mango, fragole, papaya, arancia, ananas, kiwi etc, che vi fanno sul momento poi salite all’ultimo piano, c’è un terrazzino dal quale si gode una bella vista sulla corniche.
Old Muscat
Muscat in realtà è questa minuscola area di case bianche pastello, il nucleo primitivo e cinta da mura dove ha sede il palazzo di rappresentanza del Sultano e il Diwan ovvero la corte reale.
Per arrivarci, partendo da Mutrah, passerete sotto un “gate” e se avete un pò di tempo in più, entrate a curiosate dentro. C’è infatti un museo gratuito che ripercorre la storia di quest’area con fotografie d’epoca di come era la città prima del 1970 che come sappiamo è l’anno in cui Sultan Qaboos spodestò il padre ed è anche il punto di partenza per il cambiamento e la vera nascita del paese.

E’ la Old Muscat il quartiere a più alta concentrazione di musei della città.
Il National Museum è uno di questi, sicuramente il più importante, nuovo e moderno che su due piani organizza, in diverse sezioni, il percorso espositivo. Argenteria, la storia dei forti con i rispettivi plastici, l’archeologia e tutti i reperti trovati sul suolo omanita nelle diverse campagne di scavo, i documenti cartacei, ceramici, gli ori, la storia dell’incenso e infine la recente sezione dedicata al Sultan Qaboos, con la lettera originale del testamento che fece prima di morire, rendono il museo ricco ed appassionante.

Proprio davanti al museo, in linea d’aria, si trova il Palazzo Al Alam che sembra un pò un giocattolo, con oro, blu e colonne che sembrano funghi.
E’ “l’ufficio” del Sultano, dove abitualmente accoglie ospiti importanti e capi di stato.
Purtroppo è chiuso al pubblico ma si può passeggiare di fianco fino ad arrivare dietro, dove si trova il vero porto di Muscat o almeno quello che è stato nell’antichità con ancora i nomi dei vascelli di passaggio sulle rocce attorno.
Tra i vari palazzi istituzionali, provate a vedere se nel momento della vostra visita il Bayt Greyza è aperta. Anch’essa è una vecchia residenza costruita nel 1900 sopra ad un monastero portoghese, dal nome “igreja” che significa chiesa. Ha una bella corte interna e diverse sale dove a volte fanno mostre temporanee.
Ancora, in questa zona vi troverete proprio sotto al forte di Al Mirani che ha rivestito un ruolo cruciale nella storia e forse ebbe la meglio sul determinare la fine del dominio portoghese.

Esattamente dalla parte opposta, si trova il Forte di Al Jalali, più antico di Al Mirani ma sempre costruito dai portoghesi alla fine del 1500 circa per proteggere la baia dall’incursione dei pirati o di altri popoli conquistatori, dal mare. In questo forte ha sede un museo appartenente alla famiglia reale e purtroppo ai comuni mortali inaccessibile.
Vicino al gate di cui sopra, si trova un altro interessantissimo museo etnografico: Bait Al Zubair organizzato in 4 palazzi separati. Diviso in sezioni e temi, consiglio di visitare almeno il piano terra, con il vestiario tipico delle varie regioni dell’Oman, ma anche quella delle armi e del franchincenso, la famosa resina tanto cara al paese.
Se avete tempo e siete appassionati di numismatica e filatelia, salite al piano superiore e date un’occhiata alle monete e ai francobolli con le varie edizioni limitate.
Interessante da visitare anche l’edificio, sempre nel complesso museale, che ospita una casa antica ricostruita, che prende il nome di Bait al Dalaleel e che mostra come poteva essere vivere negli spazi di un’abitazione 100 anni fa.
Bait al Zubair è anche centro culturale con esposizioni temporanee di fotografie o workshop.
Il mio consiglio utile: davanti a Bait Al Zubair, si trova una galleria di arte contemporanea Bait Muzna, con opere, disegni interessanti di artisti locali e un caffè, Kadm lo stesso con sede a Bahla, entrate a fare due chiacchiere con la proprietaria e a vedere le opere esposte, ne sarà entusiasta.
Dall’altra parte della strada infine si trova l’ultimo dei musei permanenti della zona: l’Omani French Museum o Bayt Franca.
Fu inizialmente istituito come regalo dal sultano Assayed / Faysal bin Turki al console francese a Muscat nel 1896. Il 29 gennaio 1992, il sultano Qaboos bin Said e il defunto presidente francese François Mitterrand istituirono un museo nel palazzo per preservare le relazioni storiche tra Oman e Francia.
Il museo ha una notevole collezione di oggetti tra cui fotografie dei primi diplomatici francesi, documenti, cartine storiche, modelli di navi francesi, armi etc. Molto bella la casa dal punto di vista architettonico con corte interna e balconcini di legno attorno.

Detto questo, mi fa sempre molto sorridere il fatto che si dedichi a Muscat solo un giorno.
Muscat è uno stile di vita, più che una città che fa esclamare “wow”. Ma forse è proprio questo il bello, cela bene la sua bellezza genuina che si scopre solo con ritmi lenti
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